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Arsène Lupin contro Sherlock Holmes, o meglio Herlock Sholmès, l’alter ego che Leblanc ha creato per timore di possibili cause legali da parte di Sir Arthur Conan Doyle: lo spirito britannico, calcolatore, freddo, e compassato, di fronte al carattere francese, esuberante, cavalleresco e generoso. Questo libro riunisce due avventure del ladro gentiluomo e del detective inglese uscite inizialmente a puntate tra il 1906 e il 1907: La dama bionda e La lampada ebraica. Nel primo episodio Lupin ruba un piccolo scrittoio contenente un biglietto vincente della lotteria del valore di un milione di franchi; nel secondo si indaga sul furto di una lampada ebraica sottratta al barone d'Imblevalle. In entrambi i racconti sulle tracce di Arsène Lupin c’è Herlock Sholmès, accompagnato dal fidato e un po’ ottuso Wilson. È il momento di un duello epocale che si svolge tra passaggi segreti, travestimenti insospettabili e trucchi sbalorditivi.
MAURICE LEBLANC nacque in Normandia, a Rouen, l’11 novembre 1864, secondogenito di un italiano, naturalizzato francese. Trasferitosi a Parigi, frequentò l’intellighenzia del tempo, ma gli autori che più ammirava furono Flaubert, di Rouen come lui, e Maupassant, che ritenne suo maestro e dal quale fu sostenuto. Nel 1905, spinto dall’amico editore Pierre Lafitte, pubblicò senza alcuna convinzione il racconto L’arresto di Arsène Lupin. Il successo immediato lo portò a continuare le avventure dello straordinario ladro gentiluomo, divenuto celeberrimo, con una incessante, felicissima produzione che durò fino al 1941, anno della sua morte. La sua casa nella località di Étretat è oggi divenuta il museo Le Clos Arsène Lupin.