Descrizione prodotto
Grazia Deledda (prima, e finora unica, italiana ad aver rice- vuto il Nobel per la letteratura) ha narrato la sua Sardegna come luogo mitico e come archetipo di tutti i luoghi, terra senza tempo e sentimento di un tempo irrimediabilmente perduto, spazio dell’essere e universo antropologico entro cui si consuma l’eterno dramma del vivere. La sua è stata un’operazione culturale volta alla ricomposizione, attraver- so la sublimazione letteraria, di questa identità che supera la separazione storico-culturale dell’isola con il continente per diventare spazio dell’esistenza assoluta. Nei suoi romanzi, in cui sono forti gli echi degli autori russi, convivono l’inelut- tabilità del destino e dell’ingiustizia con la coscienza del pec- cato e dell’errore che si accompagna al tormento della colpa, alla necessità dell’espiazione e del castigo; ma anche un for- te vitalismo in contrapposizione all’affanno di questa «lenta morte della vita».
Dino Manca è professore associato di Filologia della letteratura italiana all’Univer- sità di Sassari, dove insegna anche Letteratura e filologia sarda. È socio della Società dei Filologi italiani, dell’Associazione degli Italianisti e dell’Associazione nazionale poeti e scrittori dialettali. Dirige la collana “Filologia della letteratura degli italiani”, fa parte della commissione per l’Edizione Nazionale dell’Opera Omnia di Grazia Deledda e partecipa ai lavori della nuova Edizione Nazionale delle opere di Luigi Pirandello. La sua attività di ricerca riguarda il rapporto tra filologia, linguistica e critica letteraria, con particolare attenzione alla filologia redazionale e d’autore. Ha curato, tra le altre cose, le prime edizioni critiche delle opere di Grazia Deledda (Il ritorno del figlio, L’edera, Cosima, Elias Portolu, Annalena Bilsini).