Descrizione prodotto
Con I promessi sposi, Alessandro Manzoni ha trasformato il romanzo storico da opera letteraria di pura evasione, am- bientata in cornici scenografiche, con personaggi artificiosi e aristocratici e rivolta all’élite intellettuale, in una narrazione vicina alla verità storica e con gli umili, e i loro ambienti, al centro della scena. Il suo obiettivo era la formazione morale della società italiana, ovvero la borghesia emergente dei pri- mi decenni dell’Ottocento. Una formazione che riguardava la cultura e l’etica ma anche la lingua, quell’italiano di matrice toscana che ancora non era diffuso, di fatto, sull’intero terri- torio nazionale. E come in altre opere dell’ex teista Manzoni, su tutto aleggia il ruolo salvifico della Provvidenza, la «provida sventura», che non impone però il cieco abbandono ai disegni divini ma deve essere mediato – ed è questa la novità cruciale – dal comportamento e dalle responsabilità individuali.
Pierantonio Frare insegna Letteratura italiana all’Università Cattolica e ha avuto numerose esperienze di insegnamento in Italia e all’estero (Gran Bretagna, Irlanda, Turchia, Corea del Sud, Spagna). I suoi studi vertono sulla letteratura italiana da Dante al Novecento, con particolare attenzione a Dante, Tesauro, Foscolo, Umberto Eco, Luciano Erba. Da alcuni anni studia quasi esclusivamente Manzoni, autore a cui ha dedicato numerosi saggi e due monografie (La scrittura dell’inquietudine, Olschki, Firenze 2006; Leggere «I promessi sposi», il Mulino, Bologna 2016). Ha curato il volu- me Inni Sacri e Odi civili per l’Edizione Nazionale delle Opere (Centro Nazionale di Studi Manzoniani, Milano 2017), del cui Comitato scientifico fa parte. È direttore di Testo e condirettore (nonché co-fondatore) della Rivista di studi manzoniani. Ha fondato e dirige la Scuola estiva internazionale in studi manzoniani.