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È il 1862 e siamo negli Stati Uniti, dove è in corso la Guerra di secessione. Protagonista della vicenda è James Burbank, proprietario della piantagione di Camdless-Bay, in cui utilizza manodopera di colore, ma lo fa riservando ai lavoratori un’umanità inedita: crede infatti nell’uguaglianza tra le razze e non sopporta che siano in catene. Gli schiavisti non tollerano l’affronto e desiderano fargliela pagare in ogni modo. Accade così che da un lato l’uomo sia accusato dai magistrati di Jacksonville di alto tradimento, e che dall’altro sulla sua piantagione si abbatta il flagello di una missione punitiva violentissima. Gli ex schiavi che vi si trovano vengono barbaramente assassinati e le loro abitazioni saccheggiate e incendiate. E questo nonostante il comportamento eroico della famiglia Burbank, che cerca di evitare il peggio. Sono solo le premesse di una vicenda che si proietta in quella più grande e complessa della guerra in corso. Spingendo il lettore a riflettere sulla crudeltà che l’uomo sa riservare all’uomo