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«Sarò sincero: non m’importa se Paride ha rapito Elena, se tua sorella è fuggita con lui volontariamente o se Afrodite l’ha confusa con le sue arti. Vedo l’opportunità che stavo aspettando da tanto tempo. Se vogliamo che Micene diventi ancor più grande e potente, dovremo usare la forza delle armi.»

Quando, allòa vigilia della partenza per Troia, Agamennone, re di Micene, saluta la moglie Clitemnestra, le promette che tornerà vittorioso dal conflitto che li renderà la coppia sovrana più potente dell’Ellade. Ma lo scontro dura molto più del previsto e, alla testa delle truppe achee, Agamennone dovrà affrontare innumerevoli avversità per raggiungere il suo obiettivo, a cominciare dal sacrificio della figlia Ifigenia. Quando infine, dopo la caduta di Troia, Agamennone tornerà a Micene, non sarà ricevuto come aveva immaginato in dieci anni di lontananza. Agamennone – sempre contrapposto all’eroe acheo per eccellenza, Achille – è, nel bene e nel male, una delle figure più contraddittorie ed emblematiche fra le molte che popolano il mito troiano.