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Mauro Mercatanti, fondatore e direttore creativo di un’agenzia di comunicazione a Milano, ha scritto per la canzone, per il teatro e per la politica e ha già pubblicato diversi volumi di carattere storico divulgativo. L’invasione statunitense di Panama del 1989 chiude gli anni Ottanta di Ronald Reagan e apre gli anni Novanta di George H.W. Bush, all’insegna di una crescente egemonia americana nel mondo e di tensioni e resistenze che culmineranno poi negli attacchi terroristici del settembre del 2001 e nell’instabilità mondiale che sta caratterizzando questo inizio di millennio. Manuel Noriega, prima impresentabile alleato e poi nemico giurato, fu una delle prime figure spazzate via dai mutati assetti geopolitici, innescati dalla crisi e dal successivo dissolvimento dell’Unione Sovietica, sull’altare della imprescindibile e nevralgica importanza strategicadell’infrastruttura che fu alla base della nascita stessa della Repubblica di Panama: il canale che unisce i due più grandi oceani del mondo. «L’invasione di Panama fu una vera e propria invasione ad personam, nel senso che l’obiettivo dichiarato e ufficiale era non tanto il rovesciamento del regime, quanto proprio la neutralizzazione del suo dittatore, Manuel Noriega.»