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Il 17 aprile 1961, prima dell’alba, un piccolo esercito formato da circa 1400 esuli cubani anticastristi sbarca sulle spiagge di Cuba, duecento chilometri a sudest dell’Avana. Sono gli uomini della Brigada 2506, addestrati dalla CIA per prendere parte a quella che passerà alla storia come l’invasione della baia dei Porci. Un’operazione voluta dai servizi segreti americani per rovesciare il governo comunista di Fidel Castro e riportare l’isola sotto la sfera d’influenza a stelle e strisce. Sono gli anni della Guerra Fredda e il mondo è diviso in due blocchi, occidentale e sovietico, che si sfidano in una lotta fatta di ideologie e armi nucleari sempre più potenti, nella corsa allo spazio. Giocano con il fuoco, camminano su un filo. E la terza guerra mondiale sembra poter scoppiare da un momento all’altro.

«Chruščëv intuisce la potenzialità di un’alleanza con Cuba: tendere la mano al nuovo regime vuol dire arrivare a un passo dagli Stati Uniti, bussargli alla porta, sfidarli sulla soglia di casa. Gli equilibri della Guerra Fredda entrano in crisi, la sfida è appena cominciata.»