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USA e Cina sono in lotta per la supremazia mondiale, ma in pochi ricordano che gli USA, non certo per altruismo, impedirono lo smembramento della Cina al principio del XX secolo, quando la rivolta dei boxer era miseramente fallita, a opera delle principali potenze europee, Germania in testa. Non solo, quasi 35 anni dopo, furono i principali garanti dell’integrità territoriale cinese, prima come fornitore di armi e per la consulenza militare al governo nazionalista, dopo a causa dell’embargo nei confronti dell’Impero giapponese e per l’intervento diretto in guerra contro il Giappone. Forse anche per questo motivo quando, per merito di Deng Xiao Ping e della diplomazia USA, la Cina fece ritorno nel commercio internazionale a pieno titolo, quasi nessuno per anni considerò l’ascesa industriale e tecnologica cinese come un potenziale pericolo per lo status quo. Oggi l’impressione di un ritorno alle rivalità tra grandi potenze fa temere che si stiano riproponendo le cause della Grande Guerra e che i leader finiscano per scegliere il conflitto.

Davide F. Jabes, storico militare, ha conseguito il PhD all’Università di York (UK). Ha lavorato come consulente e ricercatore in Storia moderna per L’Università di Siena e altri istituti di ricerca. Inoltre, ha curato diversi saggi di argomento bellico, in particolare sulla Seconda guerra mondiale. Recentemente per i tipi Solferino ha scritto Il Leader, una biografia di Adolf Hitler.

«Da quando Xi ha iniziato ad abbandonare la politica del buon vicinato, gli USA hanno ripreso a fare investimenti e iniziative che forse consentiranno di andare avanti con successo nella sfida con la Cina.»